Il nuovo libro di Nicoletta Orlandi Posti
Prefazione di Erri De Luca

A-rivista anarchica, febbraio 2014, la recensione di Fabio Cuzzola

Recensione di Fabio Cuzzola per A-rivista anarchica (febbraio 2014)
1970/ Cinque giovani anarchici calabresi. Morti.
Quando nel 2001 usciva il libro di Fabio Cuzzola Cinque anarchici del Sud. Una storia negata, la vicenda legata alla morte di cinque compagni calabresi viveva solo nel dolore dei familiari e nel ricordo dei compagni che avevano vissuto l'irripetibile stagione del '68. Da quel momento in poi si è aperto un cammino che, attraverso le più svariate forme di comunicazione e arte, ha contribuito a fare conoscere anche fuori dal movimento anarchico questa vicenda, che oggi è patrimonio della storiografia ufficiale. Basti pensare che questa storia ha ispirato vari spettacoli teatrali, un documentario, canzoni, una puntata di Blu Notte di Lucarelli.
Un altro importante tassello si aggiunge oggi con la pubblicazione del volume Il sangue politico (Editori Internazionali Riuniti, 2013, pp. 253, € 16,00) di Nicoletta Orlandi Posti, impreziosito dalla prefazione di Erri De Luca.

La scrittura come impegno civile


Nicoletta Orlandi Posti: la scrittura come impegno civile
di Elisabetta Bagli per Anima Magazine

Oggi il mio sguardo è orientato verso Milano. Lì incontriamo Nicoletta Orlandi Posti, nota giornalista e scrittrice, nata e cresciuta nei lotti della Garbatella a Roma. Sin da piccola ha dimostrato uno speciale interesse per la politica, scaturito, soprattutto, ascoltando le storie degli anni di piombo. Il suo terzo libro Il sangue politico edito da Editori Riuniti, è completamente incentrato sulla vicenda di cinque giovani anarchici che trovano la morte a soli vent’anni in uno strano e ambiguo incidente stradale presso l’autostrada del sole. Un libro che lascia il segno e che riapre un caso che era stato “dimenticato”. Conosciamola un po’ più da vicino.

Nicoletta, sei giornalista e scrittrice e so che lo stile, ma anche i contenuti, sono molto diversi, nonostante gli argomenti che hai da sempre trattato abbiano tutte connotazioni di stampo giornalistico. Come concili questo duplice aspetto della tua scrittura?